Mamma, papà guardatemi!

“Mamma, guarda che salto so fare…”
“Papà, guarda come corro veloce…”
Con queste richieste di riconoscimento il vostro bambino va a costruire la sua identità.
Sappiamo che il bambino piccolo acquisisce le varie conoscenze e impara attraverso il movimento, attraverso le esperienze corporee, attraverso le varie produzioni del corpo. Il più importante canale espressivo nei primi anni di vita del bambino è, appunto, quello corporeo.
Nella sua spontaneità il bambino usa il suo corpo e il movimento in modo gratuito, per la ricerca del piacere di sentirsi, di sperimentare, di fare, ma formula sempre una richiesta essenziale agli “adulti”: “mamma, papà , guardatemi…”

Il genitore, quindi, con il suo sguardo attento e partecipe restituisce al bambino, al suo movimento e all’uso del suo corpo una valenza emozionale e conferma così la sua identità corporea, che costituisce la base su cui poi verranno costruiti tutti gli aspetti più complessi della personalità.

Nel suo bellissimo libro intitolato “Maestra, guardami…” G.Nicolodi dice: ”Maestra guardami, perchè nel tuo sguardo compartecipe della mia emozione possa leggere quanto il mio corpo è bello, forte, capace… quanto io sono.
Dimmi che l’emozione che provo in questa corsa, in questo salto, lancio, nel fare il guerriero, la fatina, il cagnolino, è vera, positiva, valida… è mia.
In questo riconoscimento il bambino potrà riappropriarsi di un immagine corporea di sé positiva, fondamento di ogni ulteriore crescita anche in termini funzionali e cognitivi”.

Lo sguardo del genitore è quindi fondamentale, ma deve essere uno sguardo benevolo e rassicurante, non giudicante, non carico di ansia o di aspettative. Guardare il proprio bambino con piacere significa aiutarlo a contenersi, a diventare più sicuro di sé, a rassicurarlo perché possa “andare avanti “ fiducioso nel suo percorso di crescita.

 

Annalisa De Nardo, psicomotricista