La psicomotricità: una disciplina flessibile in continua crescita

 

Nella società odierna stiamo vivendo dei cambiamenti notevoli che costringono a mettere  in discussione le competenze tradizionali acquisite nei vari ambiti professionali. Stiamo assistendo alla nascita di nuove professioni che richiedono la necessità di acquisire competenze costantemente aggiornate, innovative, consapevoli delle nuove sfide sociali e che richiedono un alto grado di flessibilità.

E’ richiesta oggi una  multidisciplinarietà delle conoscenze che  si riferisce alla capacità di un individuo di integrare e applicare conoscenze provenienti da diverse discipline e settori  per affrontare sfide sempre più complesse e dare risposte a bisogni che cambiano velocemente.

In un mondo sempre più interconnesso la multidisciplinarietà è diventata una caratteristica preziosa per molte professioni e consente di considerare un problema o una situazione da diverse prospettive, integrando aspetti e approcci provenienti  da diverse discipline; un approccio olistico che favorisce una comprensione più completa e approfondita della questione affrontata.

Ecco allora che anche  la professione dello psicomotricista, come tutte le professioni che si pongono al servizio dell’altro e che  considera la persona nella sua globalità psico-corporea e si prefigge di promuoverne  il  benessere e lo sviluppo armonioso attraverso l’espressione corporea e il movimento, oltre alle specifiche competenze tecniche e scientifiche e pratiche   deve saper dialogare e fare rete con   le altre discipline che pongono al centro  la persona nei suoi bisogni. E’ necessario, oggi più che in passato,  che lo psicomotricista dimostri di aver acquisito  una multidisciplinarietà delle conoscenze in ambito pedagogico, psicologico, psichiatrico, neurologico, sociologico, riabilitativo  e sia in grado di collaborare con gli altri professionisti dimostrando flessibilità e professionalità.

Alla base della psicomotricità c’è la concezione integrale della persona che  si basa sull’idea che il corpo, la mente, le emozioni siano strettamente interconnessi e che il benessere e lo sviluppo armonioso della persona dipendano dall’integrazione di questi aspetti.

Oggi più che mai le persone esprimono disagi che spesso si manifestano in sintomi o segni somatici, in malesseri corporei che alla base hanno una sofferenza  psicologica, e cercano attività e proposte che rispondano al bisogno di benessere, al bisogno di riappropriarsi della  propria  corporeità, di riscoprirne i suoi valori e le sue potenzialità. E la psicomotricità, attraverso un approccio globale e personalizzato e lavorando sull’integrazione di queste dimensioni, è in grado di rispondere a questi bisogni emergenti e sempre più pressanti.

Sappiamo che l’approccio psicomotorio considera anche il contesto sociale e culturale in cui la persona vive e si relaziona e per questo lo psicomotricista nella sua professione  si trova a dover affrontare oggi dei cambiamenti notevoli e delle trasformazioni complesse influenzate da fattori economici, politici e sociali specifici che impattano decisamente sulle vite delle persone.

Pensiamo alla tecnologia e connettività, a come queste hanno favorito lo sviluppo di nuove forme di interazione sociale in cui il corpo viene in qualche modo vissuto parzialmente. Pensiamo alla globalizzazione che ha portato ad una maggiore interculturalità e ci ha fatto conoscere diverse  concezione e visioni della corporeità.

Pensiamo alla diversità e all’inclusione, all’impegno di promuovere l’inserimento e l’integrazione  di persone provenienti da diverse etnie, religioni, orientamenti sessuali e condizioni fisiche e cognitive.

Pensiamo anche ai cambiamenti dei modelli familiari, all’aumento delle famiglie con un solo genitore, alle famiglie ricomposte  e alle convivenze non matrimoniali,  a come tutto ciò si riflette nelle relazioni e nei valori familiari all’interno della società.

Pensiamo inoltre al grado di esposizione al bombardamento mediatico a cui sono sottoposti i bambini  che li rende precocemente informati e informatizzati, in assenza però di efficaci filtri genitoriali; essi sono particolarmente esposti alla massiccia presenza pubblicitaria nella fruizione televisiva che è molto accattivante e attraente ma che crea dipendenza passiva e consumismo. I valori dominanti della nostra società rispecchiano più la logica di mercato e di consumo che quelle di un’etica sociale più ampiamente condivisibile.

Pensiamo anche alla crescente consapevolezza ambientale che comunque costituisce una fonte d’ansia  e motivo di preoccupazione per il cambiamento climatico, per la tutela delle risorse naturali, per l’inquinamento.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano i cambiamenti sociali e culturali nella società odierna e che influiscono sulla persona, sulla sua salute fisica, mentale e sul suo benessere psicologico.

La psicomotricità, che si occupa del disagio della persona e della prevenzione dello stesso, si evolve costantemente per rispondere alle sfide e alle esigenze del contesto attuale e il suo approccio integrato e globale che valorizza il corpo, le emozioni, la comunicazione e l’inclusione, considerando anche nuove tecnologie come risorse supplementari, è innovativo e sempre in continua evoluzione.

I diversi ambiti  d’intervento della psicomotricità  sono molteplici: ambito socio-sanitario, educativo-preventivo, riabilitativo, della salute mentale, dell’inclusione sociale, del mondo del lavoro e la fascia d’età a cui si rivolge va dalla primissima infanzia all’età senile.

La psicomotricità avvalendosi di strumenti specifici, ha il compito di favorire lo sviluppo psicomotorio armonico del bambino e dell’adolescente, di preservare l’equilibrio psicomotorio del giovane, di promuovere il benessere  dell’adulto in diverse situazioni, di salvaguardare l’equilibrio precario della persona anziana.

Annalisa De Nardo, psicomotricista e formatrice