I disordini della scrittura in un’ ottica psicomotoria

Ritengo che i disordini grafici e i disturbi della scrittura devono essere letti in rapporto al corpo e nella dimensione psicomotoria, e che l’intervento messo in atto deve essere un intervento complesso e delicato che richiede tempo e soprattutto ascolto attento e profondo del bambino nella sua globalità psicomotoria e non solo nel suo disagio relativo alla scrittura.
L’intervento dovrà essere orientato quindi non solo a migliorare le abilità e le competenze alla base della scrittura, ma anche a restituire al bambino un’immagine di sè positiva sostenendo l’autostima spesso minata dalle continue frustrazioni scolastiche.
Dietro ogni scrittura difficile, disorganizzata, problematica c’è un bambino con la sua unicità, le sue specificità e le sue peculiarità.
L’intervento va quindi personificato, va costruito sulle specifiche difficoltà del bambino e non può essere solo un lavoro sterile di riabilitazione applicabile indistintamente. Quindi non solo esercizi e attività sotto l’insegna dello sforzo e della costrizione, tipico approccio del riabilitatore, bensì anche massima attenzione alla dimensione emotiva e spazio all’espressione corporea che concorrono a creare l’armonia psicomotoria necessaria per un più facile apprendimento della scrittura.

 

Annalisa De Nardo, psicomotricista specializzata in grafomotricità